Mi piacciano le pagine web ben formattate. Equilibrio, leggibilità, il giusto mix di testi, spazi bianchi, immagini, elenchi, ecc.
Con tutta la varietà di contenuti che ci sono oggi a disposizione, perché ci dobbiamo limitare a pubblicare muri di testo che, diciamocelo, non fanno venir voglia di leggere, ma di scappare!
“Le aziende devono diventare degli editori”.
I siti aziendali dovrebbero prendere esempio da quelli dei giornali, non solo perché si dice spesso che “le aziende devono diventare degli editori”, quando si parla di contenuti. Quella è un’altra storia, da cui però prendo spunto.
Corriere, Repubblica, New York Times, Medium, e… Scegli tu un sito giornalistico o editoriale a caso. Cos’hanno tutti in comune? Molte cose, ma in particolare una: la larghezza del corpo del testo. Non è a pieno schermo, ma è piuttosto stretta, con molto spazio bianco su entrambi i lati, così l’occhio non affatica e la lettura è più confortevole.
Perché moltissimi siti aziendali hanno testi che partono dal bordo sinistro dello schermo e arrivano fino a quello destro?
Dopo aver letto al prima riga già mi fa mal di testa. Eppure niente, colori sgargianti in ossequio alla brand identity, tanti slogan, foto perfette (quasi sempre di stock, invece che scatti originali), ma i testi niente, sempre formattati male e larghissimi, a pieno schermo, senza un a capo se non dopo trenta righe.
Con la varietà che il web mette a disposizione, grazie alla multimedialità, possibile che non si riesca a fornire un contenuto accattivante da navigare, ricco e vario?
Care aziende, prendere esempio dai siti dei giornali.
Partiamo da casa nostra, con il sito del Corriere della Sera:
Cento giorni in EuropaCento giorni in Europa è un progetto speciale del Corriere della Sera
Storie raccontate in modo coinvolgente, con narrazioni costruite con immagini, testi, video, grafiche e infografiche, audio e suoni.
“Eh sì, ma i contenuti bisogna produrli!”
Vero, verissimo, ma questa attività dovrebbe già essere prevista nella strategia di tutte le aziende moderne. Ma i contenuti puoi anche averli già pronti, in casa, bisogna solo censirli, organizzarli e strutturarli in una narrazione (hai notato che non ho usato l’abusatissimo termine ‘storytelling’? Ops, ci sono cascato).
È una questione di valore che si dà all’esperienza, di far sentire coinvolte le persone che visitano le tue pagine, di farle partecipare e non considerarle solo spettatori passivi.
Puoi solamente guardare un quadro, e ammirarne i colori, oppure conoscerne la storia, farti spiegare i dettagli e i retroscena, come in questo esempio.
Dal 2021, Google punterà all’esperienza di pagina nel prossimo aggiornamento del suo algoritmo, ma speriamo che il riferimento non sia solo al tempo di caricamento delle pagine e ad altri parametri tecnici (HTTPS, mobile friendly, ecc). Il tempo di permanenza su una un contenuto vorrà pur dire qualcosa, e più è coinvolgente e interattivo più questo tempo aumenta.
Perché un sito aziendale non dovrebbe usare questi strumenti visuali di narrazione?
Non accontentarti di pagine standard e layout preconfezionati, chiedi di più, racconta e affascina i tuoi visitatori.
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