SingularityU Legnano ha parlato di fashion dall’interno, dando voce a chi sta innovando direttamente dalle proprie aziende.
Il futuro del settore Fashion e Design è tutto da ridisegnare, e non solo a causa del lockdown. Sostenibilità, riuso, nuovi materiali e nuovi processi di ridistribuzione. Una nuova consapevolezza, anche, nei confronti del bello. La ’fast fashion’ può essere ancora la risposta alla forzata bulimia di consumo? Esiste un modo per traghettare la moda nell’epoca post-Covid19?
Ne abbiamo parlato nella Mission Three del Legnano Chapter di Singularity University, con imprenditori che operano nel settore. Storie di aziende e persone che hanno già da tempo abbracciato l’innovazione tecnologia per affrontare i cambiamenti del mercato e della società e guardare con ottimismo al futuro.
Anche il mondo del fashion è stato colpito duro dal Covid-19. Lo ha spiegato Erika Andreetta, Consumer Markets Consulting Leader di PwC Italy: sui consumi c’è stata una diminuzione del 30% nel mondo. Prima della pandemia ci si aspettava di spendere di più rispetto all’anno precedente, ma in Italia il lockdown è stato più lungo del previsto e l’incertezza sulla stabilità del posto di lavoro ha bloccato la fiducia. Il Covid ha avuto un impatto sui consumi ma anche sulla filiera del tessile e del calzaturiero. Ora il settore è in ripresa.
“Il consumatore ha cambiato le modalità di acquisto”.
Erika Andreetta (PwC Italy)
Con la diminuzione del reddito del 57% è diminuita anche la spesa per i consumi, con una previsione di -45%. È aumentata la home delivery, ma non si riescono comunque a coprire i volumi persi.
In periodo Covid è aumentato l’ordine online di generi alimentari, soprattutto le categorie base come farina uova e pasta ed è diminuita la vendita di piatti pronti, evidenza di un cambio delle abitudini. L’acquisto di calzature, abbigliamento e prodotti del beauty ha fatto registrare un meno 70%.
La filiera tessile ha avuto una riconversione solidale alla produzione di mascherine e camici, a supporto di ospedali e comunità locali. L’aspetto solidale è quello della collaborazione tra aziende competitor, che per i due mesi della quarantena si sono scambiate informazioni per la produzione in favore di chi era in prima linea contro il coronavirus.
Da sottolineare che la riconversione delle linee di produzione di molte di queste aziende è avvenuta per donare il materiale agli ospedali, rifiutando la cassa integrazione e pagando i propri dipendenti.
“C’è un ritorno della tecnologia. Quello che poteva sembrare un uso solo per giovani, sta diventando necessario per tutti”.
Erika Andreetta (PwC Italy)
Gli strumenti digitali rendono più democratica la moda anche i più giovani e meno conosciuti riescono a farsi conoscere. Dobbiamo sfruttare i benefici che la tecnologia offre.
Francesco Lazzati si occupa di Business development per Technow, azienda di famiglia del settore tessile, innovativa, che si occupa anche di tessitura, tintoria, resinatura, laminatura… Passaggi importanti per la qualità del prodotto.
Dal punto di vista della tecnologia, anche questo settore si è evoluto. Prima i cosiddetti ‘salti tecnologici’ erano diluiti nel tempo, ora l’innovazione è ogni sei mesi.
Per questo in Technow hanno deciso di non aspettare più le richieste dei clienti per far partire la ricerca e sviluppo (R&D), tutto parte dall’iniziativa interna.
Francesco Lazzati (Technow)
Un esempio concreto è il tessuto idrorepellente senza sostanze nocive o l’uso del grafene, un materiale di recente scoperta che consente di arricchire le proprietà di un prodotto: antibatterico, antistatico, conduttività termica.
La parte difficile nell’introdurre una novità come questa, il grafene, in azienda, è stata identificare un processo che riuscisse a mantenere le qualità del materiale anche quando magari è sottoposto a stress, per bilanciasse le sue performance ma anche che contesse i costi (il grafene costa infatti più dell’oro), per non andare fuori mercato.
Dopo un anno di tentativi e fallimenti, Technow sta iniziando a impiegare il grafene nell’abbigliamento di lusso.
Stefano Aschieri è co-founder con il fratello di Wood’d, brand di oggettistica per la tecnologia. L’idea nasce dall’azienda di famiglia che lavora il legno e produce stuzzicadenti, appendini e oggetti per la grande distribuzione.
Con Wood’d, Stefano e il fratello riescono a distinguersi con qualcosa di diverso, puntando sulla qualità del prodotto e sul target degli oggetti di lusso.
Nel 2013 producono la prima cover per iPhone in legno, un prodotto Made in Italy dal prezzo elevato (40/50 euro) rispetto alle altre presenti sul mercato e questo li ha posizionati su un target alto spendente. Lo stesso anno, con Pitti Immagine inizia la loro avventura e ora le principali aziende del fashion sono loro clienti.
Stefano definisce il brand Wood’d un utility premium, cioè qualcosa che vale poco ma che grazie al design e al brand cresce, grazie anche alle tante collaborazioni con artisti che danno importanza alla loro community.
Lavorando molto con la Cina, anche per loro l’impatto negativo del Covid-19 si è fatto sentire.
Nazzareno Mengoni è il co-founder di Startupbootcamp, azienda che aiuta le start-up a crescere e affermarsi. Il 75% delle start-up che si affidano all’azienda riesce a sopravvivere, ed è interessante notare come il 42% delle start-up abbia una fondatrice donna.
Il programma di Startupbootcamp prevede una prima fase di scouting, poi una call con mille start-up che si propongono tra cui ne vengono scelte 250, infine le migliori 30 vengono invitate nella sede fisica e solo le migliori 10 possono partecipare al programma di accelerazione.
“Le migliori imprese emergenti di solito sono quelle B2B”.
Nazzareno Mengoni ( Startupbootcamp)
Per costruire l’ecosistema per far crescere le start-up, Startupbootcamp si occupa di:
Tra i partner dell’azienda ci sono Intel, Rabobank, Eneco e Lloyd Banking Group.
Marco Carniello (Group Brand Director Jewellery & Fashion di Vicenzaoro) ha parlato di come col Covid “o ti evolvi o muori”.
Le fiere, ad esempio, si stanno integrando alla parte digitale, la parte fisica beneficia della simmetria informativa. La fiera è un momento di ispirazione, è una piattaforma che serve alla community. La commistione col digitale può fare in modo che le fiere diventino momenti di intervalli fisici trasmessi digitalmente tutto l’anno.
Marco è impegnato anche su Origin, fiera che nasce nel 2014 per dare voce alla parte della filiera concentrata sulla moda.
“Capita di incontrare aziende che sono production driven, che magari sono piccole e non si sanno vendere bene”.
Marco Carniello (Italian Exhibition Group)
Le piccole e medie aziende di moda del Made in Italy possono presentare le proprie competenze ed essere seguite in un cammino di crescita.
Una delle fiere più conosciute, come Vicenzaoro, invece, ha un approccio nuovo, un nuovo modo di intendere il mercato. Uno degli aspetti più importanti di questa esposizione è proprio la sostenibilità.
Serena Moro è Head of Sustainability di Cikis, azienda nata nel settembre del 2019 e che si occupa di sostenibilità delle aziende di moda e di creare fiducia nei confronti di consumatori e clienti.
Serena ha raccontato di come i brand chiedano sempre di più di migliorare la qualità dei materiali. Cikis aiuta le aziende a trovare questi materiali, più sostenibili.
“Quando si compra un materiale si compra tutta la filiera, così come il suo impatto energetico”.
Serena Moro (Cikis)
Cikis aiuta a implementare la tracciabilità di tutta la filiera, aiutando a conoscere gli altri fornitori che la compongono.
The Zen agency è sponsor di SingularityU Legnano Chapter: crediamo nella tecnologia esponenziale come strumento per la crescita del benessere delle persone. Agiamo in un contesto locale, ma parliamo di temi di interesse globale e formiamo comunità di pensatori che guardano al futuro, spinti dalla passione e dalla volontà di fare. Gli eventi che organizziamo riuniscono le persone per avere un impatto positivo, necessario per superare le grandi sfide dell’umanità.
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