Strategia, organizzazione e soprattutto costanza. Produrre contenuti può
diventare un valore per l’azienda. I risultati arrivano, a meno che…
Produrre contenuti è il mantra di ieri, di oggi e sicuramente anche di domani e dopodomani. “Le aziende devono diventare delle media company, altrimenti verranno spazzate via da chi i contenuti li produce”. È il messaggio perentorio e allarmistico che molti imprenditori si sentono ripetere da guru, esperti e marketer (o ‘marketter’) del digital.
Premesso che i trend parlando in favore della produzione di contenuti da parte delle aziende, sia B2C che B2B, in favore del Content Marketing, nessuno rischia l’estinzione in modo così repentino se ancora non si è messo a scrivere o girate cortometraggi.
Per la mia esperienza personale di Content Manager, tante aziende, piccole e medie, se la cavano bene anche senza produrre contenuti, 1) per scelta o 2) perché non si possono permettere questo tipo di investimento o 3) perché hanno provato ma non hanno ottenuto risultati.
Ecco cosa penso di queste tre situazioni.
Le cose vanno bene, l’azienda vende, ha dei risultati di vendita apprezzabili, magari in crescita, quindi perché dovresti investire nella produzione di contenuti? Non viene considerato un investimento, un asset da sviluppare e far crescere.
Facile rispondere che se un canale, magari tradizionale come per esempio il lavoro dei tuoi commerciali, porta risultati, questo non esclude che tu possa averne degli altri.
Il Covid ci ha insegnato che diversificare i canali di marketing e di vendita può essere molto utile, quasi vitale in certi momenti.
Il Content Marketing non serve poi solo verso l’esterno, cioè verso il pubblico di potenziali clienti, ma anche all’interno, cioè nei confronti dei dipendenti, che possono diventare parti in causa e protagonisti dei contenuti aziendali, come promotori o veri e propri autori.
Produrre contenuti costa. Se lo fai internamente, con persone e risorse già in azienda, quantomeno costa tempo, ma quanto ti può far risparmiare e quanto valore può effettivamente ritornarti per ogni euro speso?
Mettere a disposizione testi utili (guide, blog post, ebook, casi studio, Q&A, ecc.), grafiche, produrre video di spiegazione di prodotti, di servizi o di assistenza: tutto questo forma progressivamente un vero e proprio asset aziendale che aiuta la forza vendita, la relazione coi clienti e i prospect e a diminuire il costo di acquisizione di contatti interessati a quello che vendi.
Certo, la cultura e la sensibilità al contenuto dev’essere creata e assecondata, promossa e condivisa. A pieno regime, questo processo fa in modo che i contenuti nascano in modo proattivo e spontaneo. Il costo sarà di gran lunga inferiore ai benefici.
È una questione strettamente legata agli obiettivi, al mondo in cui si misurano e al problema, ricorrente, che ho riscontrato nella mia esperienza: la costanza. Produrre contenuti vuol dire creare sì un valore, ma che si forma nel medio/lungo periodo.
Se vuoi ottenere risultati immediati scegli altri strumenti, di solito più costosi e che non lasciano niente in azienda, nessun valore o tipo di cultura, ma che possono essere più efficaci nel breve periodo.
In definitiva, per non far funzionare una strategia di Content Marketing bisogna solo smettere di produrre contenuti. È un metodo infallibile.
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