Rinnovare il business è oggi più che mai una priorità. Ecco chi ci è già riuscito e chi continua a provarci.
Gli uffici di the Zen agency tornano a ospitare gli eventi Divergent. Lo scorso primo di luglio, è andato in scena il format ‘Save the Rebel’ con l’evento in streaming dal titolo ‘Cyberpunkers — IL TALENTO RIBELLE AL SERVIZIO DELLA DISRUPTION DIGITALE’, nell’ambito del programma del Milano Marketing Festival 2020.
Nell’era post Covid-19, parlare di ribelli a livello aziendale è più che mai di attualità, e Save the Rebel porta alla ribalta casi imprenditoriali reali ed esperienze umane che tutto sono fuorché un esempio di tranquillità e comfort zone.
Dopo lo scossone della pandemia, serve ora la capacità di prendere decisioni, di osare, anche se non sai dove ti porteranno. Il senso dell’introduzione di Germano Lanzoni, creatore di HBE — Human Business Entertainment, è proprio questo e la sua storia è un esempio di scelte fatte controcorrente e contro la comodità.
Adattarsi non è da ribelle: “Se un ribelle si sforza di adattarsi può implodere nel progetto impostato” dice Lanzoni.
Il progetto di portare l’umorismo nella comunicazione aziendale è nato rifiutando di appiattirsi sugli stili consolidati tipici del periodo in cui scelse di puntare su qualcosa di suo, di indipendente.
Alla base del percorso di Lanzoni c’è tanta sperimentazione, in continuo ascolto, per cogliere spunti di valore da tutto e da tutti, anche dai più giovani.
Il padrone di casa Seby Fortugno, Founder ed Executive Creative Director di the Zen agency, ha parlato di come molto di quello che succede oggi fino a poco tempo fa sembrava fantascienza, ma proprio in questo mondo, cioé dalle sceneggiature dei film fantastici, possiamo trovare molti riferimenti di concreta attualità.
La realtà virtuale, il cambiamento degli assetti urbani, le guerre informatiche e la presenza di pubblicità sempre più invasiva, portano oggi la cosiddetta disruptive innovation, concetto di cui le presentazioni aziendali sono ormai piene.
“Ma disruption non vuol dire accelerazione tecnologica. Disruption vuol dire rottura, quella che genera un salto nel business”.
Gli esempi di vera disruption sono quelli di Amazon che allarga e differenzia il suo business oltre l’e-commerce, di Whatsapp che rivoluziona il modo di comunicare e di AirBnB che stravolge il modo in cui siamo abituati a prenotare e vivere le nostre vacanze.
La velocità dell’innovazione tecnologica va indirizzata “verso una Distruption culturale e comportamentale” ha concluso Seby Fortugno.
È quello che fa Chiara Brughera, managing director della non profit SheTech Italy, associazione che lavora per colmare le differenze di genere. Supporta le donne nel mondo della tecnologia, del digital e dell’imprenditoria attraverso eventi di networking, corsi di formazione a Milano e Roma e cercando di costruire opportunità professionali.
Il gender gap riguarda in particolare proprio il settore dell’informatica e della tecnologia.
“All’università, ‘solo’ il 18% delle donne sceglie percorsi di questo tipo” ha ricordato Chiara.
Anche se in ambito accademico hanno performance migliori, le donne non vengono ripagate poi adeguatamente a livello economico e professionale. Per questo molte start-up stanno iniziando a fare qualcosa di concreto, anche attraverso associazioni come SheTech Italy.
Marco Mottolese, è il ceo & co-fondatore di Foorban, una start-up a sua volta ribelle perché nel 2016 è nata come ristorante senza sala con consegna a domicilio, soprattutto per i luoghi di lavoro.
“Cavalcando una ribellione più hard, abbiamo deciso di focalizzarci sulla pausa pranzo” ha detto Marco.
Foorban si è focalizzata sul pranzo, un azzardo nel momento in cui stavano fiorendo attività di food delivery che funzionavano soprattutto la sera e che trasportavano piatti di ristoranti terzi. Ha funzionato però il focus sul cliente finale e sulla sua esigenza di avere la mensa in ufficio, un mercato in cui non c’era offerta ma con una forte domanda.
Dopo il Covid la situazione ora non è delle migliori, ma l’azienda di Mottolese cerca di spingere sempre sull’innovazione e la capacità di adattarsi ai cambiamenti. “Non cambiano i principi del marketing, ma il modo di applicarli in questa nuova situazione” ha concluso Marco.
La storia del ‘ribelle’ Vanni Oddera è quella di un campione di motocross che ha deciso di usare la sua passione per aiutare chi è in difficoltà. Vanni fa provare la mototerapia ai giovani pazienti dei reparti oncologici e quelli con problemi fisici, una pratica ora diffusa a livello mondiale proprio grazie al lavoro di Oddera, il primo a portare la moto dentro gli ospedali.
“La mototerapia è un momento di aggregazione per allontanare la solitudine, perché se hai un problema, una malattia, la società ti allontana” ha detto Oddera della sua attività.
Vanni ha raccontato del suo momento di cambiamento: preso un taxi per andare in discoteca, notò che il taxista era senza gambe e, nel confronto, si sentì veramente fortunato. Regalò tutto quello che aveva al tassista e decise di cambiare vita. Ora dà speranza alle persone e dice di avere acquisito un valore importante: l’umanità.
Il monologo di Ciccio Rigoli, CEO e fondatore dell’incubatore culturale Slam, ha chiuso l’evento del format ‘Save the Rebel’ di Divergent. L’intervento è incentrato su come i più vecchi “hanno fottuto i 30/40enni”: uno specchio della situazione di oggi a cui la generazione di ribelli deve reagire per cercare, comunque, di andare avanti.
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