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_ “Facciamo squadra” non è una frase vuota, anche se siamo lontani

In piena emergenza, stiamo finalmente usando gli strumenti tecnologici come grande mezzo di benessere collettivo. Siamo distanti da parenti e colleghi, ma sentirci uniti è più importante che mai in questo momento. In piena emergenza, stiamo finalmente usando gli strumenti tecnologici come grande mezzo di benessere collettivo.

Qualche tempo fa, ho affiancato il project manager che si occupava dell’introduzione di una nuova piattaforma di collaborazione interna (Facebook Workplace) in un’importante azienda italiana, Cerved.

C’era da trovare uno slogan per comunicare ai dipendenti il nuovo strumento, incitarli all’utilizzo e migliorare il senso di gruppo e di unione.

Cerved lavora nel cotesto finanziario e bancario, anche internazionale, quindi i tecnicismi, quasi sempre in lingua inglese, si sprecano nel normale linguaggio lavorativo di tutti i giorni. Sul tavolo c’erano tre slogan, due in inglese e uno in italiano. Quest’ultimo sulla carta era il più debole, date le premesse del contesto. Fu scelto “Facciamo squadra”, proprio l’opzione in italiano. I motivi erano diversi:

  • l’azienda si presenta come un’eccellenza italiana, anche con i partner esteri;
  • c’era bisogno di essere diretti e chiamare alla partecipazione tutti, non solo sul progetto;
  • serviva creare un senso di appartenenza a qualcosa d’importante, come quello che l’azienda aveva costruito durante la sua storia, fatta di una crescita veloce e costante.

In sostanza, in mezzo alla migliore tecnologia che si possa trovare su un posto di lavoro, c’era la necessità di una maggiore relazione tra le persone,di più empatia e disponibilità a collaborare.

Con lo slogan, a tutti si voleva dire “Facciamo squadra”. È una frase che si usa spesso in molti contesti diversi, dietro non ci sono stati prodigi di creatività, è semplice ma ha un significato forte, anche oggi. In questi giorni d’isolamento da Covid-19, quella esperienza e quello slogan mi sono tornati in mente attuali come non mai.

Oggi siamo costretti a ragionare da comunità per toglierci dai guai, anche se siamo lontani e in isolamento. Ne usciremo solo ragionando e agendo da squadra, non c’è altra soluzione. A pensarci bene, è così sempre. I più grandi problemi che ci affliggono richiedono scelte di gruppo e azioni collettive.

Uscire da una pandemia vuol dire vincere come specie, quella umana, ed è forse la cosa più importante che ci resterà dopo aver passato questo pericolo.

La società dell’individualismo, in cui siamo ormai abituati a ragionare sempre e solo per uno, deve stringersi, pensare da squadra e guardare lontano, progettando il futuro a lungo termine, più in là di oggi o di domani.

Per ripartire ci servirà questo, continuare a pensare da specie, per scelta e non perché costretti, contro i problemi del cambiamento climatico, dell’economia e della nostra azienda.

Facciamo squadra” e le cose miglioreranno.

Mauro Carturan

Mauro Carturan

Content Manager, papà e idealista. Provo a dare il mio contributo per un mondo migliore.