Esiste un mondo parallelo al nostro, quello da cui entriamo grazie a Internet e attraverso lo smartphone, in particolare.
A questo mondo parallelo Alessandro Baricco ha dato il nome di ‘Oltremondo’ nel suo libro ‘The Game’, un saggio dedicato alla rivoluzione digitale.
Così come per le persone, anche per le aziende esiste l’Oltremondo, altrettanto ricco di opportunità e di tentazioni. È un luogo dove possono avere un’altra vita, creandosi una nuova identità (un nuovo brand), oppure aiutare e supportare quello che stanno facendo. Sì, ma come?
Le tentazioni sono le tante voci che cercano di catture l’attenzione degli imprenditori, direttori marketing e commerciali, le sirene che spacciano i trend del momento come le strade da seguire assolutamente per raggiungere il successo online e vendere di più. Anche nel campo del business esistono i Fake: esperti, formatori e guru sono spuntati come funghi online, tutti con una ricetta unica e vincente.
Ma sono, appunto, dei Fake. L’Oltremondo del web non è poi così diverso dal mondo da quest’altra parte, perché farsi largo e avere risultati devi lavorare duro, non ci sono formule segrete e vie facili.
Una delle tentazioni più grandi è la voglia di buttarsi, di sfruttare tutti quegli strumenti disponibili online e che, a parole, sembrano riuscire a far ricche un sacco di persone in un amen, creando influencer e start-up di successo dal nulla, dall’oggi al domani.
La verità è che, nonostante le tante distrazioni della rete e l’avvento dei social media, quelli che erano i pilastri di un sano e duraturo business online sono sempre rimasti gli stessi. Questi pilastri sono 4 e sono le basi su cui poggiare la propria attività online, ancora di più oggi, nell’epoca post (primo?) lockdown da Covid-19.
Prima della pandemia, fare business online era considerata sì un’opportunità, ma, soprattutto per le piccole e medie imprese, da prendere con le molle. Prima veniva l’economia reale, poi, forse, quella virtuale, senza fretta. Molti ci pensavano, sempre con un po’ di diffidenza, prima o poi avrebbero fatto qualcosa, ma senza fretta. Tanto il web era sempre lì, a disposizione.
Poi è arrivato il Coronavirus e quell’attendismo un po’ snob è diventata ansia da digitalizzazione dopo aver visto come tanti si sono salvati, o sono comunque rimasti a galla, grazie anche alle vendite e ai servizi online messi a disposizione durante la quarantena.
Parti avendo le idee chiare su cosa vai a fare online: quali sono gli obiettivi, a chi vuoi comunicare, in che modo farlo e con quali contenuti, quali sono i parametri con cui misuri il successo, o l’insuccesso, delle tue azioni.
Parti da qualcosa di poco articolato per poi strutturare meglio il tuo piano, ma non andare online senza una strategia. Scrivila, documentala e condividila con tutte le persone che fanno parte dell’azienda.
Questo video spiega in modo molto semplice cos’è una strategia e a cosa serve: “non definisce tanto, o solo, quello che fai, ma riguarda più che altro quello che non fai”, e si basa su tre semplici passi: obiettivi, performance e metriche.
Ogni giorno Internet si arricchisce di ultimi arrivati: canali social, applicazioni mobile, servizi e nuove ‘idee dell’anno’. La maggior parte di questi, sono servizi a pagamento di terze parti, utili e meno utili, ma che non sono di tua proprietà.
Puoi diventare uno Youtuber di successo, ma se YouTube decidesse di chiudere il tuo canale o bloccare i tuoi video, non potresti più fare niente. Puoi vendere su Amazon, ma se la potente piattaforma di Jeff Bezos decidesse di chiuderti l’account in modo unilaterale, per motivi più o meno chiari, dovresti dire addio al tuo business. Non sono scenari improbabili, sono cose che succedono realmente e neanche tanto di rado.
Tra fare business con un sito proprietario e lavorare su una piattaforma di altri, passa la stessa differenza che c’è tra abitare in un appartamento di proprietà e in uno in preso in affitto. In entrambi i casi hai un tetto sopra la testa, ma se sei in affitto il tuo padrone di casa potrebbe sempre decidere di sfrattarti per qualche motivo, costringendoti a trovare un altro posto e ripartire da zero.
Il tuo sito web aziendale è uno degli asset della tua azienda. Lo puoi usare come vuoi, far crescere, declinare in più lingue, trasformare in e-commerce, usare per pubblicare contenuti, raccogliere informazioni sui visitatori e costruirti una lista di contatti.
Passano le mode, anche su Internet, ma i siti web rimangono il pilastro imprescindibile su cui si basa il tuo business online e tutta la rete in generale.
Durante il lockdown abbiamo dovuto smettere di fare tante cose, ma non abbiamo mai smesso di navigare, fruire di contenuti online e fare ricerche.
I motori di ricerca sono il nostro punto di riferimento, il punto di partenza. Quando abbiamo un bisogno, di qualsiasi genere, e lì che andiamo per cercare un aiuto e soddisfarlo.
I motori di ricerca sono l’ingresso nell’Oltremondo, il luogo in cui siamo disposti, forse non troppo consapevolmente, a scrivere e a dire molto di noi: cosa ci piace, cosa leggiamo, ascoltiamo e guardiamo, cosa compriamo, dove vorremmo andare in vacanza, ecc. Nei momenti di crisi, possono i cambiare i bisogni, ma le ricerche online continuano a essere sempre moltissime.
È qui che devi essere sempre presente, nei risultati dei motori di ricerca, perché sei visibile nel momento in cui le persone stanno cercando qualcosa e la tua aziende potrebbe essere in grado di soddisfare quel bisogno.
Ecco il quarto e ultimo pilastro del business online, un altro asset della tua azienda. Paradossalmente, con una lista di contatti interessati a quello che vendi, fatta di clienti e prospect, potresti implementare un business online anche senza avere un sito web.
Ti basterebbe costruire diversi percorsi di vendita (funnel) e ‘nutrire’ questo tuo pubblico con messaggi periodici via mail (email marketing automation), con contenuti utili su quello che le persone potrebbero fare con ciò che vendi, l’oggetto del tuo business (prodotto o servizio).
Quanti piccoli imprenditori durante il lockdown mi hanno confessato:
“Ah, se avessi avuto le informazioni di contatto dei mie clienti, almeno quelli più affezionati…”.
Quelli che pensavano che fare direct marketing, attraverso una mailing-list proprietaria, fosse una pratica anni ’90, forse si sono ricreduti durante la quarantena.
Queste sono le basi, i 4 pilastri sui cui costruire la tua attività online, che sia totalmente nuova oppure no. Puoi guardare con ammirazione e invidia a casi di successo totalmente basati sui social media, ma se vuoi pensare sul lungo periodo e avere delle fondamenta solide, prima sviluppa e consolida questi 4 pilastri.
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