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_ Immagina Maradona al tempo dei social

Unico e irripetibile, che personaggio social sarebbe stato il campione argentino?

È stato più grande Pelé o Maradona? Si dibatterà in eterno sulla questione, fino a quando, forse, arriverà qualcun altro a inserirsi tra questi due totem del calcio.

La recente scomparsa del “Pibe de Oro” ha riportato alla ribalta non solo la domanda su chi sia stato il migliore di sempre, ma anche il giudizio sul personaggio: genio del pallone, e quindi esempio positivo di affrancamento dalla povertà attraverso lo sport, o personaggio autodistruttivo ed eccessivo, e quindi cattivo esempio?

Davanti a un personaggio così complesso, la domanda che mi faccio è: cosa sarebbe stato Maradona ai tempi dei social?

Ho visto Maradona…”

Prima di addentrarmi nell’analisi, ovviamente del tutto ipotetica, ci tengo a fare una premessa. Maradona l’ho incontrato, per lavoro, nel 2003, in uno dei momenti probabilmente tra i più critici della sua vita e questo traspariva subito.

L’ho incontrato in occasione di un evento, nel Principato di Monaco, luogo conosciuto per la sobrietà e l’ordine. In quella circostanza però, anche la rigidità di Monte-Carlo dovette lasciare posto al delirio dei tifosi di Diego Maradona, che appena hanno intravisto il loro idolo si sono arrampicati sugli alberi del lungo mare della Costa Azzurra pur di riuscire a vederlo.

Non avevo mai visto una cosa del genere. Maradona aveva smesso di giocare molti anni prima, eppure era ancora una star, una personalità eccezionale.

Trasversale, più di chiunque altro

Provo a pensare a un Maradona ancora calciatore nell’epoca dei social network. Quanti follower avrebbe avuto?

Al momento della sua scomparsa, l’argentino aveva una pagina Facebook ufficiale con 11 milioni di fan. Facebook è nato nel 2004, Maradona ha smesso di giocare nel 1997.

Un personaggio contraddittorio, un calciatore dalla fama planetaria, che giocava in un catino di passione come Napoli a che numeri sarebbe potuto arrivare?

Ok, neanche al top da calciatore ha mai avuto il fisico di Cristiano Ronaldo (più di 120 milioni di follower solo su Facebook), non ha giocato nel dream team del Barcellona di Leo Messi (90 milioni), ma nessuno di questi due campioni moderni ha le caratteristiche di empatia e di umanità di Maradona.

Diego provocava, non usava le frasi fatte dei calciatori di oggi. Parlava di ingiustizie sociali, di riscatto, di politica. Quante reazioni ed engagement avrebbero creato le sue dichiarazioni, quasi sempre senza filtro?

Oggi gli avrebbero messo alle calcagna un ‘esperto’ di comunicazione, ma Diego era troppo genuino, nessuna guardia del corpo sarebbe riuscita a mettergli il bavaglio, avrebbe comunque detto sempre quello che pensava.

I suoi canali social li avrebbe gestiti un’agenzia? Forse sì, ma difficilmente Diego si sarebbe negato la possibilità del contributo diretto, troppo forte l’attrazione di una platea come quella dei social per uno che voleva sempre sentirsi amato e riconosciuto dalla gente.

Con la pressione mediatica di oggi, Maradona sarebbe riuscito ad andare a giocare nel fango di un paesino alla periferia di Napoli, quasi di nascosto, per beneficenza? Un tipo come lui, probabilmente ci sarebbe riuscito.

Dal punto di vista del potenziale appeal social, forse solo Muhammad Alì si potrebbe paragonare a Maradona. Nemmeno Michael Jordan si può avvicinare, lo vedo più simile a Cristiano Ronaldo, più studiato e disciplinato come personaggio pubblico e comunicatore.

Tra i 25 post che nel 2020 hanno generato maggior engagement 7 sono di Cristiano Ronaldo: il maggior coinvolgimento è stato ottenuto da un video di 11 secondi che vede il calciatore terminare una sessione di allenamento casalingo e spronare compagni di squadra e tifosi. Il post ha ottenuto 6.3 milioni di visualizzazioni, 1.280.049 tra Like e altre reazioni, circa 70 mila commenti e 38.5 mila condivisioni.

Un dietro le quinte difficile da gestire

E poi c’è l’altra faccia della medaglia. Secondo Ciro Ferrara, ex calciatore e compagno di squadra di Maradona, se ci fossero stati i social network quando Diego giocava a Napoli, ne sarebbe stato annientato.

Provo a pensare a una persona con la vita di Maradona fuori dal campo (feste a tarda ora, amicizie discutibili, ecc.), quanto e quale spazio avrebbe avuto sui social media, senza contare la miriade di siti, canali televisivi e radio che gli sarebbero stati addosso, sempre.

Un’esposizione difficile da gestire per qualsiasi manager o professionista della comunicazione, figuriamoci per uno dalla personalità complessa come quella del Pibe de Oro.

Lo vediamo oggi con molti calciatori, per quanto i club di appartenenza si sforzino di vietare o limitare l’uso dei social, c’è sempre qualche situazione sconveniente o poco gradita che arriva ad avere visibilità, con le conseguenti polemiche e danni di immagine.

Numero uno, anche sui social?

Maradona sarebbe sicuramente stato una star dei social. La sua storia è stata un “viaggio dell’eroe” ricco di alti e bassi che avrebbero affascinato il pubblico di Facebook&Co., sia i fan che i detrattori, così com’è successo per i registi Marco Rosi, Emir Kusturica, Paolo Sorrentino e altri ancora che ne hanno raccontato le gesta al cinema.

Il ragazzo povero diventato il miglior calciatore di sempre basterebbe da sola come narrazione efficace, ma personalità, profumo di leggenda già quando era agli inizi di carriera, genuinità, gossip sono un mix che avrebbe fatto di Diego il personaggio social più seguito di sempre.

Non so però se sarebbe stato in grado di sopportare a lungo quel tipo di esposizione e le sue conseguenze.

Mauro Carturan

Mauro Carturan

Content Manager, papà e idealista. Provo a dare il mio contributo per un mondo migliore.