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_ Vendere online non è più una scelta

Con Covid-19 abbiamo capito che anche l’imprevedibile può diventare realtà. Essere preparati è un dovere ed è possibile.

Si è fermato tutto, o quasi. In poche settimane siamo passati dal “è solo un’influenza” alla quarantena, e non eravamo pronti. Non lo eravamo come persone, figuriamoci come aziende.

Chi lavora in un’agenzia lo sa bene quanti problemi abbiano le aziende, in particolare le piccole e medie, con l’approccio agli strumenti digital e alla comunicazione.

Qui al nord (no, non è il titolo di un film) abbiamo a che fare con il proverbiale pragmatismo degli imprenditori lombardi, legati al ‘saper fare’. Questo vuol dire che se gli parli di qualcosa che non si può toccare, fai fatica a far capire quanto possa essere utile.

Relazione, rapporto personale, passaparola, cose detta in faccia”. Tutto vero, ci mancherebbe, ma se a un tratto le persone non le puoi più incontrare? Se non puoi più far vedere di persona la tua azienda e quanto sei bravo a fare quello che fai? Se, da un giorno all’altro, le persone non possono più venire nel tuo negozio a comprare quello che vendi?

Non succede, ma se succede…

Prospettare scenari alla ‘Deep impact’ sembrava un subdolo stratagemma commerciale che faceva leva sulla paura, poi è diventata la realtà.

Vendere online oggi sarebbe un’ancora di salvezza, forse non la soluzione a tutti i problemi di un’azienda, ma certamente un aiuto importante. Chi vende servizi, come consulenza o formazione, usa da tempo il web come canale privilegiato di vendita e di comunicazione che permette di raggiungere una platea molto più vasta, non solo locale come potrebbero fare fisicamente.

Nel mese di marzo 2020, il primo del lockdown, il 75% di chi ha comprato online da aziende del retail non lo aveva mai fatto prima.

Fonte: Forbes.it

Vendere online vuol dire incassare i soldi subito, in anticipo, con pagamenti elettronici. Anche questa sarebbe una grossa boccata di ossigeno in giorni di quarantena da Covid-19.

Vendere online però non vuol dire ‘solo’ avere un sito e-commerce, c’è molto più lavoro alle spalle e devi partire sempre da una strategia. Lo schema ‘vado online col sito ecommerce + pubblicità a pagamento’ ti può portare, forse, qualche risultato nel breve periodo, ma è una strada che dipenderà sempre e solo dalla pubblicità a pagamento. Ci sono altre leve da poter sfruttare.

Il consiglio, di parte, è di non fare tutto da solo se non hai le giuste competenze, che non sono solo informatiche, ma anche di marketing e legali. Mettere online un sito può non essere l’ostacolo più difficile da superare, ma per l’e-commerce ci sono anche implicazioni di legge, sicurezza della piattaforma e dei pagamenti, la logistica, la possibilità di andare online usando più di una lingua, la disponibilità del sito h24 grazie alla giusta soluzione di hosting.

Prevedere l’imprevedibile

Esistono piani di alta disponibilità dei dati e di gestione di situazioni catastrofiche (Disaster Recovery) che servono a pianificare le attività per continuare a lavorare anche dopo disastri naturali, come ad esempio i terremoti.

Pensare a queste cose è un po’ come scegliere di sottoscrivere o meno una copertura assicurativa. Per risparmiare, si tende a non pagare una polizza o una garanzia in più (l’Italia è uno dei paesi più indietro da questo punto di vista, dicono gli assicuratori). È impossibile prevedere l’imprevedibile, ma devi cercare di tutelare il più possibile la tua attività, per te e per le persone che ci lavorano.

Dopo questa pandemia la vita e il nostro lavoro non saranno più come prima. Vendere online non è più una scelta, è un dovere, così come affidarsi a dei professionisti del settore.

Mauro Carturan

Mauro Carturan

Content Manager, papà e idealista. Provo a dare il mio contributo per un mondo migliore.