Shift Happens è un ciclo di eventi dedicato al mondo universitario.
Presso PRESSO a Milano (sì, un nome fighissimo) per presentare il “fare impresa” agli studenti. Piacere!
Due parole: formazione e networking. Qui programma e partecipanti della prima serata:
18.30 – Open + accrediti
19.00 – INNOV(ACTION) con Riccardo Bovetti, partner EY
19.30 – SHIFT HAPPENS presenta: WOOD’D con Stefano Aschieri, Co-founder di Wood’d
20.00 – Crea (o migliora) il profilo LinkedIn in 5 mosse. L’importanza della digital reputation. con Andrea Poretti, founder di CEPAR Digital Agency
20.45 – PRESSO presenta: Gianluigi Riccio (Datonix), Pietro Riccio (Numerica) e Claudio Valdetara (Future Behaviours)21.00 – Questo è il momento che preferiamo. Mai sentito parlare del catering fai da te? No? Nemmeno noi, lo abbiamo appena inventato. Partecipanti e relatori hanno cucinato assieme tirando fuori gli ingredienti dalle buste della spesa. Ci siamo divertiti.
Roberto Bonzio, Giornalista curioso e Founder di Italiani di Frontiera
Luca Presence Carini, dj e voce
Perchè?
“Dimenticate le proteste contro la guerra, Woodstock, persino i capelli lunghi. La vera eredità degli anni Sessanta è la rivoluzione del computer. Dobbiamo tutto agli Hippie”
(Stewart Brand, Time, marzo 1995)
Alcuni dei sogni di una generazione che cinquant’anni fa sperava in un radicale cambiamento della società occidentale, fra droga, eccessi ed estremismo politico si sono trasformati in incubo, ma dopo più di 50 anni dal ’68 è importante ricordare specie ai più giovani come la rivoluzione tecnologica che sta cambiando profondamente la nostra vita e il nostro stesso modo di pensare sia figlia di quell’utopia.
Perché ieri come oggi, sono i visionari e i sognatori i protagonisti dell’innovazione.
C’è un filo rosso che dai miti della Corsa all’Oro dell’Ottocento lega la controcultura californiana anni Sessanta ai campus dei giganti hi-tech e alle startup che oggi nella Silicon Valley progettano il nostro futuro. Questo filo, disegnato attraverso immagini, spezzoni di film, musica e narrazione incalzante individua tra i tanti, molti protagonisti dai nomi italiani, da Lawrence Ferlinghetti patriarca della Beat Generation a Jack Sarfatti, scienziato eccentrico che ispirò Doc di “Ritorno al Futuro”, da Mario Savio, leader universitario che a Berkeley innescò la contestazione studentesca che sfocerà nel ’68 a Federico Faggin, vicentino padre del microchip e della tecnologia touch.
Roberto Bonzio accompagnato sul palco dalle tracce selezionate live dal musicista e dj Luca Presence Carini, ha condotto uno spettacolo multimediale che fa della curiosità una tavola da surf, capace di scoprire percorsi inaspettati, per planare velocemente fra storie di ieri e di oggi, dall’arte alla scienza, dalla cultura alla società.
Solo i visionari, cercatori di utopia possono cambiare il mondo: Trust yourcrazyideas!
Abbiamo portato FDO – 60 Minuti per fallire alla Fabbrica del Vapore di Milano; davanti a 80 persone (un altro sold out) abbiamo parlato di fallimenti, vino, danze.
Con chi?
Montserrat Fernandez Blanco ha parlato delle Fuckup Nights e di quanto ci sia di disruptive nel fallimento. Per fallire, ha detto, ci vuole coraggio: lo stesso che viene richiesto quando si attraversa un cambiamento epocale (e digitale, perché no);
Riccardo Zilli – in una parola: Tannico. Tannico è stato uno dei primi e-commerce dedicati al vino, qualcosa di veramente disruptive se si considera la diffidenza iniziale di chi diceva “Figurarsi, gli italiani il vino lo compreranno sempre in enoteca!”
Umberto Crespi – ha fondato la scuola di danza irlandese – la prima in Italia – Gens d’Ys dopo un viaggio nel Paese dei Lepricani.
28 marzo 2019 @ La Fabbrica del Vapore (Milano) Milano Marketing Festival
Chi?
Egidio Alagia, Event Manager & Consultant di the ZEN agency Roberto Bonzio, Giornalista curioso e Founder di Italiani di Frontiera Orazio Attanasio, alla chitarra
Perchè?
Perché è il pensiero trasgressivo, controcorrente, quello che sa uscire dagli schemi a generare innovazione. Non è una novità, che siano visionari e sognatori spesso incompresi a cambiare il mondo. Ma oggi più che mai quel “navigare” è metafora di come affrontare la complessità.
Non possiamo più “possedere” né sintetizzare la conoscenza, vista la mole di informazioni che tutti i giorni, 24 ore al giorno da computer, tv, telefonini rischia di travolgerci.
Di fronte a quell’onda gigantesca, molti allora si aggrappano a certezze granitiche, abboccando a “fake news” con l’illusione che confermare pregiudizi, spesso infondati, ci tenga a galla… con un salvagente di granito???
L’alternativa è cavalcare quell’onda, il surf come metafora del pensiero laterale che ci fa volare cogliendo significati che sfuggono al pensiero lineare, con percorsi, collegamenti e connessioni eccentriche. Un po’ “pirati” davanti a quell’oceano di dati.
E qui la gigantesca opportunità che abbiamo come italiani, un tesoro inestimabile, fossimo solo capaci di costruirci attorno un “sistema Paese”. Perché come dice Renzo Piano, storia e cultura che ci hanno preceduti ci trasforma tutti in nani sulle spalle di giganti, capaci di guardare più lontano con un pensiero creativo, in una combinazione di competenze, tecnologiche, scientifiche e umanistiche che davvero è un formidabile strumento, per affrontare e “leggere” la complessità.
Scoprirlo attraverso storie di grandi talenti nostri connazionali, da Roberto Busa gesuita pioniere dell’Umanesimo Digitale a Federico Faggin, tra i padri del microchip e della tecnologia touch, utilizzare collegamenti a sorpresa, come quello che parte da Steve Jobs per riscoprire un grandissimo imprenditore nel campo della cultura… di qualche secondo prima, Aldo Manuzio, carica di suggestioni questo percorso.
Che idealmente si richiama a un “pirata” di genio assoluto, controcorrente persino nella grafia, da destra a sinistra, capace di fare della sua inesauribile curiosità una “tavola da surf” per planare su campi diversi del sapere, dall’arte alla tecnologia, dalla scienza all’umanesimo. E che ancora oggi, a 500 anni dalla morte, dobbiamo continuare a scoprire, ammirare pure nelle sue debolezze, prendere esempio: Leonardo da Vinci.
Di Roberto Bonzio, autore del progetto Italiani di Frontiera